"Le donne al parlamento" di Aristofane. La commedia, andata in scena per la prima volta ad Atene nel 391 a.c., è uno spettacolo di notevole impatto, divertente, graffiante, poetico, che lancia un monito profetico sulla decadenza della nostra civiltà. Attraverso la comicità irriverente e la satira sferzante del suo genio fantasioso, Aristofane, ci offre un’illuminante occasione di riflessione sul rapporto conflittuale fra individuo e società, affrontando temi di sconvolgente attualità: la partecipazione femminile al potere politico, la parità dei diritti, la corruzione, l’uguaglianza sociale. In un’Atene sfiancata dalla guerra, in uno stato di sbando materiale e spirituale, l'autore immagina che le donne, stanche dell'inettitudine degli uomini, della loro incapacità di costruire un mondo giusto, attuino un “colpo di stato” e assumano il potere. Una volta al governo, decidono di mettere tutto in comune, abolendo la proprietà privata e la famiglia. Tutti attingeranno in parti uguali al patrimonio collettivo, amministrato dalle donne, che avranno in comune tutti gli uomini e potranno fare figli con chiunque. Ma l’utopia protofemminista non potrà realizzarsi e, in un'esplosione di contraddizioni e comicità, il grande sogno si trasforma in un incubo grottesco.
Lo spettacolo si svolge in 5 postazioni con un gran finale in cui sarebbe auspicabile l'offerta di una bicchierata al pubblico insieme agli attori. In scena 16 attori condurranno lo spettatore verso un crescendo di divertimento assicurato.